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PAROLA D’ORDINE: CAMBIAMENTO


Basta essere te stesso …. cambia prospettiva ogni tanto….

Come mai è così difficile cambiare?

Spesso rimaniamo incastrati in situazioni da cui non riusciamo ad uscire: imprigionati, come se qualcosa ostacolasse quella capacità di cambiamento che ci salverebbe da quella sensazione di impotenza, e che ci impedisce di prendere altre strade, quasi a volerci costringere ad essere sempre noi stessi.

Eppure, mai come in questo periodo che stiamo vivendo, se vogliamo sopravvivere ed essere competitivi, la flessibilità è la competenza più richiesta: dobbiamo essere persone svincolate da schemi precostituiti, persone che non rimangano legate a un: “modo di fare le cose come si fanno sempre”.

Ma come ben sapete, vivere in uno stato di continua turbolenza, sballottati da continui cambiamenti, nel lavoro e nella vita quotidiana, può risultare, alquanto faticoso, a meno che non si possieda una visione del cambiamento atto a comprenderlo e accettarlo.

Motivazione e volontà non sempre ci sono d’aiuto, ma piuttosto, l’aiuto va ricercato nel comportamento che ci prefiggiamo di tenere, troppo impegnativo e faticoso forse, così difficile da farlo entrare nella routine.

Quello che ci frena è la convinzione, che, per grandi risultati bisogni necessariamente passare per grandi azioni.

Allora iniziamo con l’idea che per agire differentemente bisogna imparare a vedere differentemente.

Smettiamola di prendere sempre le scorciatoie e cominciamo a lamentarci di meno, non aspettiamo che le situazioni cambino per noi, e soprattutto quando c’è da impegnarci troppo non facciamo finta di non vedere, come gli struzzi, mettiamo la testa sotto la sabbia. Tutte strategie che se usate frequentemente non ci faranno fare nessun passo verso il cambiamento.

La domanda che ci dobbiamo fare è invece: “Che cosa posso fare io per risolvere la situazione”?

In questo modo ci sentiremo parte attiva del cambiamento e metteremo in atto tutti quei comportamenti rivolti al raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo posti.

Quindi il primo cambiamento che dobbiamo operare è scegliere noi stessi come causa di ciò che non ci piace.

Cambiare punto di vista ci aiuterà a prendere decisioni che ci spingeranno al cambiamento.

Idee diverse porteranno a cambiamenti diversi. Se operiamo un piccolo cambiamento nel modo di pensare, questo andrà a produrre un cambiamento non solo nelle scelte quotidiane, ma, anche, nei piccoli comportamenti quotidiani che mettiamo in atto.

Molto spesso, siamo portati a snobbare le piccole azioni, le riteniamo un’inutile perdita di tempo.

Invece, un miglioramento minimo, al momento anche impercettibile, può essere molto più utile, purché sia ripetuto su un lungo periodo. Infatti, introdurre piccole abitudini quotidiane non ci sconvolgerà la vita drasticamente, ma, ci consentirà di calibrare il cambiamento in base a chi siamo, cosa facciamo, come viviamo, dandoci tempo e modo di aggiustare il tiro. Inoltre, così facendo, eviteremo la frustrazione, che spesso porta all’abbandono dei progetti e al ritorno delle vecchie abitudini.

Ricordiamoci sempre, che a volte sottovalutare il potenziale positivo delle buone piccole abitudini può portare a lasciarci sfuggire delle grandi occasioni di crescita personale.

Anche, sminuire le conseguenze di cattivi comportamenti quotidiani, può mettere a repentaglio il nostro benessere e le nostre relazioni. Perché, ripetere anche poco al giorno gli stessi errori, nel lungo termine, rischia di capitalizzare i nostri comportamenti sbagliati trasformandoli in errori madornali, con risultati dannosi.

Dobbiamo quindi, vedere al cambiamento, come a qualcosa da aggiungere ogni giorno, non dobbiamo pensare di azzerare tutto ciò che abbiamo fatto per ripartire da zero.

Così sarà difficile operare un cambiamento: è come voler ammettere di aver sbagliato tutto. Al contrario, siamo progettati per partire da dove siamo ed espanderci, evolverci, progredire. Aggiungere qualcosa di nuovo a quello che già c’è, ma senza eliminarlo, anzi, facendone tesoro.

A guardare bene, per cambiare non dobbiamo poi sforzarci tanto: molto spesso dei cambiamenti nella vita, avvengono comunque, che lo vogliamo o no. Pensate: andiamo avanti con l’età, invecchiamo; capita, che perdiamo il lavoro o che perdiamo una persona cara; molto ci succede senza che noi lo vogliamo. Siamo costretti, spesso, dagli eventi a dover riorganizzare la nostra vita, le nostre abitudini. Tutto questo è inevitabile.

Non aspettiamo che succedano eventi straordinari per cambiare, ma abituiamoci a piccoli cambiamenti quotidiani.

Se è vero che le nostre abitudini ci fanno sentire al sicuro, è anche vero che questo ci rende dipendenti dall’esterno.

Allora, cosa fare? Il primo passo abituati a non abituarti.

Chiara Gamberale nel suo libro “Per dieci minuti” suggerisce:

Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti per uscire dai propri schemi. Per smettere di aver paura. Per tornare a vivere.

Riferimenti Bibliografici

Damico G., (2011), Piantala di essere te stesso. Liberarsi dai propri limiti ed essere felici. Feltrinelli Editore, Milano.

Gamberale C. (2013), Per dieci minuti. Feltrinelli Editore, Milano.

Nardone G, P. Watzlawick, (1990), L’arte del cambiamento. La soluzione dei problemi psicologici personali e interpersonali in tempi brevi.

Vicari S., (2018), Le vie dell’innovazione. Egea S.p.a., Milano.


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